Ad una prima occhiata, Aphel appare come un grazioso robot umanoide in grado di svolgere una serie di attività: muoversi, parlare, interagire con le persone e con altre macchine. Ma in realtà il cuore più autentico di questa innovazione tecnologica non sta tanto (o soltanto) nel robot, quanto nella piattaforma di intelligenza artificiale che ne regola il funzionamento.
E come ha già fatto per altri due sistemi integrati complessi (OPTIP e MISTRAL), Predict ha deciso di realizzare anche per Aphel una vetrina web in italiano e inglese che può essere consultata all’indirizzo: www.aphel.it. Attraverso il nuovo sito che vi suggeriamo di consultare per ogni informazione supplementare, l’azienda pugliese intende spiegare al pubblico degli addetti ai lavori (ma non solo) questa sofisticata innovazione, proponendo in home page un video in graphic animation che illustra uno scenario di applicazione.
Aphel è dotato di un sistema di Intelligenza Artificiale (AI) che, attraverso l’impiego di un robot umanoide, consente di supportare pazienti e personale sanitario nello snellimento delle attività di reparto, apprendendo e affinando sempre di più le proprie esperienze, adattandole agli stimoli sempre diversi degli interlocutori.
Attualmente il sistema è stato implementato su due aree operative: NURSE ASSISTANT e PEDIATRIC.
Per capire cosa si intende per sistema integrato robot / intelligenza artificiale, immaginate di dovervi recare in un reparto ospedaliero di Pediatria con il più irrequieto dei vostri figli per effettuare un esame diagnostico. Ora ipotizzate di essere accolti in sala d’attesa da un simpatico robot che, oltre a intrattenere il bambino con una serie di attività e giochi (fino a fargli dimenticare la “bua”), interagirà anche col genitore fornendo informazioni e agendo da supporto al lavoro infermieristico, che resta comunque insostituibile.
Aphel può svolgere mansioni semplici finalizzate ad accorciare i tempi d’attesa:
- snellire le pratiche di compilazione dei moduli;
- accompagnare il paziente nel reparto di destinazione;
- intrattenere il paziente in attesa;
- liberare il personale infermieristico da una serie di altre attività di routine a favore del rafforzamento della relazione con il paziente.
Il robot si muove in totale autonomia all’interno degli spazi ospedalieri. Tramite un software di riconoscimento facciale, è in grado di identificare il nuovo paziente, avvicinarlo, rivolgergli un saluto e delle domande, raccogliere le informazioni per la prima anamnesi e, a fine percorso, somministrare il questionario di customer satisfaction. Il “robot assistente” segue letteralmente passo dopo passo il percorso dei pazienti nella struttura sanitaria, accompagnandolo dall’accettazione agli ambulatori.
Dall’ingresso del paziente in clinica fino alla raccolta del suo gradimento alla fine della prestazione sanitaria, Aphel migliora sensibilmente la qualità del ricovero e in generale l’esperienza dei pazienti.
Lavora in squadra con gli operatori sanitari ed è per loro un prezioso supporto:
- Accoglie i pazienti fornendo informazioni;
- Interagisce con intelligenza ed empatia, con la voce, con l’espressione “facciale” e con i suoi movimenti;
- Accompagna i pazienti in corsia o in ambulatorio, in totale autonomia;
- Resta con i pazienti durante gli esami che prevedono esposizione a sorgenti radianti e isolamento o in caso di consulti medici a distanza;
- Sorveglia i pazienti nei reparti trasmettendo immagini in streaming;
- Intrattiene i più piccoli, anche con video e musica, interagendo con loro e sintonizzandosi sui loro gusti personali;
- Trasmette video educational sui vari servizi ospedalieri;
- E’ in rete con gli altri robot per migliorare la qualità dei servizi;
- Misura la soddisfazione dei pazienti, anche mediante interazione vocale, e analizza le performance nel tempo.
Può agire efficacemente in reparti nei quali l’essere umano può andare incontro a contaminazioni come, ad esempio, le corsie dove sono ricoverati pazienti affetti da malattie infettive o la “zona calda” dei reparti di medicina nucleare.
Aphel è in grado di raggiungere anche alcuni obiettivi complementari: aumentare la qualità percepita del servizio sanitario, creare un clima positivo nelle sale d’attesa riducendo i tempi improduttivi, sviluppare una relazione empatica uomo-macchina.
Con Aphel il futuro in sanità è già presente. E sorride.
(a cura di Mario Maffei – Comunicazione Sanitaria)